Intervista a Marco Scarpelli in mostra alla Gallery Sun a Taipei fino al 14 dicembre. 2016. Quali sono le sue principali fonti di ispirazione? O in alternativa: come nascono i suoi quadri? Le mie fonti di ispirazione sono la strada e le persone che vestite di alta visibilitá lavorano nei cantieri, sono i disegni dei bambini prima dei 7 anni, sono i colori dei paramenti, delle decorazioni e manifatture tessili antiche e moderne, sono il novecento italiano e le soluzioni formali figurative dei suoi maestri, è il Medioevo nel suo dualismo luce dei materiali e oscurità degli animi, Sono tutte le persone, i libri e le storie che mi incuriosiscono nel momento in cui dipingo una nuova tela. Osservando le sue opere mi sono venute in mente le correnti artistiche di rottura del secolo scorso, in particolare il FAUVI- SMO, è una impressione che condivide? Che rapporto c’è con tali forme espressive? È un impressione corretta. Penso di avere molti interessi comuni alla poetica fauves. In primis uso spesso colori non naturali e fortemente invasivi per costruire le mie immagini. Dopodiché sono convinto che la vio- lenza della cromia sia portatrice sana di autoaffermazione pittorica. Come definisce il suo stile? Probabilmente una lettura di neo espressionismo, ma ho tanto da cercare ancora.. Nella sua ricerca artistica espressiva c’è stato un momento cruciale? Si mi ricordo molti momenti cruciali, ogni dipinto è una grande esperienza, un grande viaggio perché spesso anche il fallimento di un’aspettativa diventa motivo di partenza e rinascita.. Esiste un artista che più ammira? Uno solo è difficile, rischio di finire dove molti finiscono le loro frasi, Picasso. Ma voglio provare a dire tra i viventi: George Baselitz. Quale o quali “messaggio” vuole trasmettere con la sua arte? Quando affronto nella gura temi impegnativi sociali o esistenziali e allo stesso modo quando lavoro sugli astratti il messaggio che vorrei esprimere è sempre lo stesso. La comunicazione pittorica porta sempre speranza, anche quando formalmente sono raffigurati temi poco rassicuranti vorrei che si capisse che l’azione stessa del dipingere è un atto di speranza. È prova autentica, originale e quindi irripetibile di vita. Ci descrive una sua tipica giornata di lavoro? Sveglia alle 7,30 / 8,00 dipende dal freddo che c’è, arrivo al mio studio poco dopo aver preso un caffè macchiato al bar vicino pochi minuti a piedi. Prima di entrare non posso non notare i ori che dall’alto della parete esposta sulla strada si mostrano nei loro colori più vivi. Sono per lo più rose.. Entrato nel mio studio ho spesso fretta di iniziare ad usare i miei medium, l’olio e l’acrilico, sulla tela già preparata precedente- mente ma cerco tutte le volte di ridiscutere il tutto su carta col disegno.. Alcune volte riesco a farlo. Dopo la mattina di lavoro il pomeriggio dopo pranzo di solito leggo, sfoglio riviste on line e cartacee se ne ho, e preparo le tele per il giorno successivo.
Leggendo la sua biografia ho scoperto che proviene da un ambiente di restauratori di opere d’arte, quanto ha influito questa origine nella formazione della sua cifrastilistica? Per me è sempre stato naturale esprimermi col linguaggio della pittura o del disegno. Tutti noi in verità, chi più chi meno, chi prima o dopo, abbiamo iniziato a comunicare col disegno scarabocchiando o disegnando la propria giornata, i propri desideri, gli amici, gli eroi. Arriva un giorno però nella vita comunicativa di tutti noi in cui altro passa per la testa e non disegniamo più per svariate ragioni, in primis perché evidentemente il disegno non è la lingua madre della società moderna. Per rispondere alla domanda, nel momento cruciale in cui la società mi richiedeva altre forme di comunicazione io non ho abbandonato quella che il mio ambiente e il mio contesto familiare mi aveva fatto amare, la mia lingua madre. Il disegno e il pensiero pittorico. Che cosa significa essere pittore nel momento attuale? Oggi essere pittore significa utilizzare, tra i tanti linguaggi a disposizione di un artista contemporaneo, un linguaggio potente con radici antiche che ha costruito e affiancato nei secoli le basi della cultura moderna.Un pittore è sempre stato un costruttore di immagini.Oggi gli smartphone ci forniscono in continuazione immagini già costruite filtrate da canali diversi più o meno in maniera stra- tegica per promozione o solo per rigetto della rete.Non ho la ricetta per come essere pittore oggi.Probabilmente prima è consigliabile trovare se stessi in questo caos di valori senza uscirne, senza scappare, ma affrontandolo accompagnati non solo dalle persone che ami e che credono in te ma anche dalla pittura che fai e che fanno stimati colleghi. Che cosa non le piace e che cosa le piace della sua opera? Delle mie opere trovo piacere, per esempio, nelle fluidità del segno spesso in contrasto con la rigidità candida della tela nuda. Non mi piace invece quando vedo troppo lavoro, troppo sforzo per esprimere un segno o un concetto. Qual è il quadro che vorrebbe ma che non ha a ancora dipinto? Un quadro o meglio una serie in cui i miei Road worker si fondino in maniera naturale con gli astratti, è quello a cui sto lavorando adesso. Vuole dirci qualcosa che non ti abbiamo chiesto ma che vorresti farci sapere? Vorrei che poteste notare i colori originali dal vero dei miei Road worker.. sono colori ad alta visibilità messi sulla tela con gli stessi strumenti dei lavoratori dei cantieri ovvero le bombolette a spray.
Invitaci alla tua esposizione a Taipei! Potrete vedere ancora per pochi giorni fino al 14 dicembre presso la galleria Gallery Sun parte della mia ultima produzione per la mia prima personale in Asia, sarete i benvenuti!
Gallery Sun No. 55, Lane 304, Section 1, Jianguo S Rd, Da’an District, Taipei City, 106 art@sunholdings.com.tw