Il 28 Febbraio, il Peace Memorial Day, è una festa nazionale a Taiwan. Questa data serve a ricordare un evento storico che rappresenta una cicatrice nel passato dell’isola: l’incidente del 228 (二二八事件), ovvero l'incidente del 28 Febbraio 1947.
L’antefatto ha luogo il 25 ottobre 1945: l’isola di Taiwan, dopo 50 anni di colonizzazione giapponese, era stata restituita alla Repubblica di Cina, governata dal Partito Nazionalista Cinese. I Nazionalisti guidati da Chiang Kai-Shek non erano in una situazione semplice: non solo avevano appena finito di combattere contro gli invasori giapponesi, ma si stavano scontrando con le milizie del partito comunista cinese di Mao Zedong per il controllo sulla Cina continentale. In questa situazione era cruciale ristabilire il controllo su Taiwan e sfruttarla come base d’appoggio per il contrattacco.
L’incarico di nuovo governatore di Taiwan fu affidato a Chen Yi. Egli, come il resto del amministrativo e militare proveniente dal continente, era sospettoso nei confronti dei taiwanesi: essi erano reduci di decenni di assimilazione forzata alla cultura giapponese ed erano stati arruolati per combattere per l’Impero del Sole contro la Cina. I Nazionalisti imposero così un governo di stampo militare, che escludeva i locali dalla vita politica e dall’amministrazione. Le risorse economiche dell’isola vennero dirottate per sostenere lo sforzo bellico cinese, le proprietà espropriate dai giapponesi non vennero restituite ai legittimi proprietari ma concesse a persone influenti vicine al governo. Le aziende taiwanesi vennero espropriate o estromesse per favorire gli imprenditori continentali, che come moltissimi cinesi erano fuggiti a Taiwan per scampare alla guerra civile. La situazione economica si deteriorò rapidamente, con un’inflazione galoppante e un alto tasso di disoccupazione. Gli abitanti dell’isola, che inizialmente avevano accolto con entusiasmo il ritorno sotto la Cina, si sentirono traditi dal nuovo governo e sempre più discriminati dai cinesi continentali. La loro insoddisfazione crebbe sempre di più, fino a raggiungere il suo punto di rottura il 27 febbraio 1947.
Siamo nel quartiere di Datong, a Taipei. Un’anziana vedova che vendeva sigarette, legali e di contrabbando, venne fermata dagli agenti del monopolio del tabacco. Tutta la merce le venne sequestrata, ma la donna protestò per riavere, almeno, le sigarette autorizzate. I toni tra le due parti si fecero accesi, una folla radunò attorno a loro. Quando i funzionari colpirono la vecchia inerme con il calcio della pistola, gli astanti, indignati, li assalirono. Gli agenti cominciarono a sparare, prima in aria e poi sulla folla, e nella confusione un uomo rimase ucciso.
Il giorno successivo, 28 febbraio 1947, la gente di Taipei si radunò nelle piazze per protestare, chiedendo l’arresto degli agenti coinvolti. La folla prima circondò il monopolio del tabacco di Taipei, poi si diresse all'assalto del palazzo del governatore. All'altezza di Zhongshan Road, prima che i dimostranti arrivassero al palazzo del governo, i soldati spararono sulla folla, facendo nuove vittime.
Fu questo l'incidente del 28 febbraio che trasformò le proteste in rivolte in tutta l'isola.
Gli insorti di Taipei occuparono la stazione radio nazionale del Taipei New Park, trasmisero il racconto delle dinamiche dell’incidente e incitarono i taiwanesi alla rivolta. In tutta Taiwan la popolazione locale assaltò uffici governativi, stazioni di polizia, riuscendo ad ottenere il controllo dei punti nevralgici del territorio. Molti cinesi continentali vennero uccisi, anche per ritorsione di tutti i torti subiti dai locali.
I leader locali e gli intellettuali colsero l’occasione per chiedere delle riforme, come una maggiore partecipazione della popolazione autoctona negli affari dell’isola e maggiori libertà. Il governatore Chen Yi prese tempo e attese i rinforzi provenienti dalla madrepatria.
L’8 marzo 1947, circa diecimila soldati nazionalisti approdarono nel porto di Keelung, massacrandone i civili. Nelle settimane successive, le truppe continentali compirono raid armati contro le forze ribelli, che vennero annientate. In una seconda fase i militari si concentrarono in operazione di “pulizia” nei villaggi di ogni individuo che fosse stato ritenuto sospetto. Il risultato di queste azioni militari fu l’annientamento dell’élite locale e degli intellettuali, considerati “le menti” della protesta. La gente comune diventò invece vittima di violenze, esecuzioni sommarie, saccheggi, espropriazioni, incendi e stupri. Il numero delle perdite umane fu elevatissimo: ventimila secondo alcune fonti, trentamila secondo altre.
Il massacro del 228 costituì il preludio di un buio periodo della storia di Taiwan: nel 1949 il Generale Chiang Kai-shek, sconfitto dai comunisti, approdò sull’isola e impose la legge marziale per garantire l’assoluto controllo del regime sull’ultima provincia rimasta della Repubblica di Cina.
Fu proprio con l’abolizione della legge marziale nel 1987 che cominciarono ad alzarsi le prime voci per chiedere giustizia: richieste di scuse pubbliche da parte del governo, compensazioni per le vittime, la divulgazione di documenti storici sul massacro. l'istituzione di musei e di un giorno della memoria.
Per porre fine alla faida decennale tra diversi gruppi etnici (i locali che si trovavano sull’isola da generazioni e i continentali che erano arrivati a Taiwan dopo il ’45) e proporne la riconciliazione, nel 1990 il governo riunì un gruppo di esperti taiwanesi e stranieri per studiare il massacro. Gli esperti compilarono un rapporto che fu consegnato al governo nel 1992.
Nel 1995 il Presidente Lee Teng-hui pronunciò le scuse ufficiali per i fatti del 28 febbraio e istituì in questa data il “Peace Memorial Day” (Giorno della memoria della Pace). Nello stesso anno, un monumento alla memoria venne eretto nel parco di Taipei dove sorgeva la stazione radio che venne occupata dai rivoltosi il 28 febbraio. Da quel giorno il parco prese in nome di 228 Peace Memorial Park, e l'edificio della stazione radio divenne nel 1997 la sede del Taipei 228 Memorial Museum. Lo scopo del museo è divulgare materiale storico sul massacro e offrire conforto alle famiglie delle vittime.
Sempre nel 1995 venne stabilita la 228 Memorial Foundation, col compito di fornire compensazione monetaria e spirituale alle vittime del massacro e alle loro famiglie. Nel 2006 la fondazione diventò un’istituzione permanente, a cui fu affidata la gestione del National Memorial 228 Museum, completato nel 2011. Il museo racconta gli eventi e le ripercussioni dell’incidente del 228 ed organizza varie mostre online.
Uno dei resoconti più famosi dell'incidente del 228 è costituito dal libro di George H. Kerr “Formosa Betrayed”. Kerr era un diplomatico statunitense di stanza a Taiwan nel 1947, e anche se la sua narrazione non è oggettiva, costituisce una veritiera di qualcuno che visse quei tragici eventi in prima persona.
Fonti consultate:
Pelaggi, Stefano (2022) , “L’isola sospesa. Taiwan e gli equilibri del mondo”, Luiss University Press, 2022
Passi, Federica (2007) , “Letteratura Taiwanese. Un profilo Storico”, Libreria Editrice Ca’ Foscarina
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